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Lessinia in primavera

 


Lessiniando a primavera.

Partenza da Grezzana, ai piedi dei monti Lessini, giornata spettacolare con temperature estive pur essendo metà aprile.
 
La traccia prevede un giro ad anello con apice su un passo montano, sul monte Tomba,  per poi discendere dal versante opposto e ritornare a valle.




 Dopo aver lasciato la macchina in un parcheggio libero nel centro di Grezzana, monto in sella e mi dirigo verso sud su una pista ciclabile che porta a Marzana, direzione Verona.
 
Poco dopo lascio la strada principale per immettermi in una serie di viuzze secondarie che portano verso un bosco.




 Ed è proprio in un single track all’ombra degli alberi che mi ritrovo con vista romantica sulla valle.
 
Mi fermo per scattare la mia foto del “buongiorno” da postare sui social quando avverto qualcosa di anomalo: sento infatti un sibilo, e il mio polpaccio è bagnato.
 
Ho forato, e sembra anche uno squarcio bello grosso, perché vedo lattice zampillare ovunque.
 
Tento di rimediare facendo girare la ruota e gonfiando il copertone, ma niente.
 



Mi rimetto in sella e proseguo per uscire dal single track, trovando uno spiazzetto asfaltato, adiacente all’ingresso di una abitazione.

 
Mi metto all’opera, cerco di contenere la perdita in tutti i modi, niente da fare, allora gioco la carta jolly con lo spray “gonfia e ripara” ma finisco solo per riempire la bici di schiuma e lattice (che nel frattempo continuava ad uscire imperterrito).
 
Mi arrendo e cerco su Google un meccanico di bici nei paraggi, il più vicino è a Grezzana, da dove sono partito, sono circa 6km.


 Prendo un po’ di terra e la applico sul taglio nel copertone che impastandosi col lattice crea una specie di toppa rallentando quel che basta la fuoriuscita di aria, do una bella gonfiata alla ruota e torno verso valle.
 
Rientrato a Grezzana individuo l’officina e il meccanico ripara in breve tempo il copertone con un vermicello (che avrei dovuto avere anche io nel kit di riparazioni ma che ovviamente non avevo).
 
Risolto il problema sono pronto a ripartire, ma dando un’occhiata alla traccia e considerando il fatto che mi trovavo di nuovo al punto di partenza, invece di rifare la stessa strada nel bosco (rischiando magari di forare di nuovo), decido di invertire il senso di marcia.
 
Così inizio a salire, direzione monti.
 
Mi mantengo esclusivamente su asfalto, strada principale, la salita è continua e costante per una ventina di chilometri, fino a Cerro Veronese (dove mi bevo una birretta e degusto un panino al salame) e poi a Bosco Chiesanuova.
 



Passato Bosco, inizia una salita di circa 10km, con un dislivello di circa 500 metri, per arrivare in cima al monte Tomba.
 
Il panorama cambia gradualmente man mano che sale, la vegetazione piano piano si fa più rada e lascia spazio ad una vista sempre più mozzafiato sulla valle.
 



Passo di fianco anche ad un tempio buddista, di cui ignoravo l’esistenza (Nyanasamvara).
 
Finalmente sono in cima, passo del Branchetto, sullo sfondo montagne innevate e un bel venticello fresco ad accogliermi.
 
Rimango in contemplazione per un po’, c’è silenzio e non c’è anima viva in quel momento, respiro aria buona e mi rigenero.


 
Inizio così a scendere, passo nei pressi di Malga San Giorgio, bellissima location.
 
Scendo ancora, per diversi chilometri, fino a Camposilvano dove parte il sentiero per il rifugio Lausen, posto meraviglioso già visitato diverse volte (il quale ha ospitato anche il BAM, consigliatissimo),e ancora giù fino a Velo Veronese.
 
Da qui, dopo una breve salita, mi ritrovo nuovamente a Cerro Veronese.
 
Ricomincio la discesa, lungo uno stradone che mi porterà a valle, per chiudere il giro a Grezzana.
 
Un bel gelato accompagnato da una coca cola ghiaccio e limone mi aiuterà a reintegrare un po’ di energie, visto che complessivamente i chilometri saranno 82 con 2000 metri di ascesa totale.
 
Giro prevalentemente su asfalto, togliendo il tratto di bosco iniziale dove ho forato, adatto quindi anche a bici da strada (ne ho incontrati molti di stradisti lungo il mio percorso).
 
La Lessinia è sempre bella da girare in bici, in qualsiasi stagione, ma penso che la primavera sia il momento migliore per ammirare alberi in fiore e scorci meravigliosi con un clima ideale.


Luca Campagnari


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